Gli ultimi mesi hanno visto riacutizzarsi la permanente situazione di tensione e di conflitto che da anni caratterizza lo scenario mediorientale.
I termini generali della vicenda sono ben noti, come del resto i numerosi tentativi, finora infruttuosi, portati avanti nel corso degli anni da governi, organizzazioni internazionali e diplomazie per trovare delle soluzioni di pace credibili, che abbiano la possibilità di funzionare.
L'elemento terrorismo, inoltre, manifestatosi nella forma di azioni suicide di sorprendente efferatezza, ha giocato e sta giocando un ruolo di particolare drammaticità, quale variabile di ulteriore complicazione per la soluzione di questioni politiche vecchie e nuove, interne ed esterne agli schieramenti contrapposti.
L'evidente centralità che il conflitto mediorientale riveste, dunque, non solo nello scenario regionale bensì in quello globale, in virtù delle questioni ad esso connesse, che vanno ben oltre l'ambito territoriale dello scontro, ha trovato in questo numero della Rivista lo spazio per una specifica riflessione, attraverso due importanti interviste.
La prima, di apertura, con il
Prof. Ernesto GALLI DELLA LOGGIA, che dalle colonne del Corriere della Sera è spesso intervenuto, in tempi recenti, sull'argomento. La seconda, pubblicata in Parte V, con il
Prof. Giovanni CODOVINI, autore di un volume molto importante dedicato alla storia del conflitto arabo-israeliano-palestinese. Ad entrambi abbiamo chiesto di andare oltre l'attualità, privilegiando un approccio ancorato storicamente, essenziale per l'imparziale comprensione dei vari nodi di un conflitto più di altri dominato da antichi e moderni pregiudizi, revanche storica, influenza decisiva dell'aspetto nazionalistico e religioso, conflittualità interne alle parti in causa, interferenze di altri Paesi. Il quadro che ne emerge facilita una visione obiettiva della realtà, pur riproponendo interrogativi rispetto alle possibili soluzioni. Il timore, per riprendere quanto dichiarato alla Rivista da GALLI DELLA LOGGIA, è che “questa situazione di non guerra non pace” possa continuare nel tempo.
La Parte Prima di questo volume, dedicata come di consueto ai saggi e agli articoli, è stata progettata per una lettura complessiva e d'insieme. L'idea prende le mosse da un
documento presentato da John GANNON nel numero venti di Per Aspera ad Veritatem, concernente la pubblicazione Global trends 2015, a cura del National Intelligence Council degli Stati Uniti. Si era trattato allora di individuare ed analizzare, attraverso il lavoro di esperti, una serie di fattori determinanti ma anche critici per lo sviluppo globale dei prossimi quindici anni, avuto particolare riguardo ai profili della sicurezza e, per quanto se ne può dedurre in proiezione, al ruolo degli organismi di intelligence.
Tutto ciò è sembrato frutto di una felice intuizione, proficua base di confronto per la costruzione di futuri scenari. Abbiamo dunque a nostra volta richiamato alcune di quelle questioni chiave, affidandole all'analisi di esponenti di grande prestigio del mondo accademico (e non solo), che hanno onorato la Rivista con la loro preziosa collaborazione.
Risorse naturali e ambientali (DE CASTRO),
scienza e tecnologia (OVI),
conflitti e governance internazionale (PICCO),
estremismi e fondamentalismi (PISANO),
scenari futuri e globalizzazione (SACCO),
movimenti migratori e criminalità (VITALI) sono le pagine di questo insieme che siamo certi susciteranno grande interesse.
Per quanto concerne la Parte Seconda, i lettori più vicini alle questioni dell'intelligence nazionale saranno già a conoscenza dell'inizio di discussione in Parlamento del progetto di riforma dei Servizi di informazione e sicurezza del nostro Paese. D'altra parte, se è vero che l'intervento riformatore è da molto tempo atteso, va considerato che anche altre nazioni, non solo europee, hanno accelerato i progetti di riorganizzazione dell'intelligence dopo gli avvenimenti dell'11 settembre 2001.
Si ricorderà come nel n. 22 della Rivista è stato presentato il nuovo
Centro Nacional de Inteligencia del Regno di Spagna. In questo numero, pubblichiamo altresì la legge, recentemente approvata, che disciplina ex novo il
sistema informativo per la sicurezza nei Paesi Bassi.
E' poi con vero piacere che dedichiamo
uno spazio, nella stessa parte, al sito Internet dell'intelligence italiana, dai primi giorni dello scorso mese di maggio on line all'indirizzo
www.serviziinformazionesicurezza.gov.it. Tale strumento, che si affianca al sito della nostra Rivista in rete dalla fine del 1999, sarà certamente veicolo della riforma, sotto il profilo della comunicazione istituzionale.
Come di consueto, Per Aspera ad Veritatem mantiene aperta una finestra su ciò che si sta muovendo, ultimamente in modo particolarmente significativo, nell'ambito dell'Unione Europea, per i profili di nostro peculiare interesse.
Segnaliamo dunque la
proposta del Consiglio di decisione-quadro, relativamente agli attacchi contro i sistemi di informazione, pubblicata in Parte Seconda, nonché il
documento finale della riunione del Consiglio europeo tenutosi a Siviglia nello scorso mese di giugno, significativamente innovativo per ciò che concerne la problematica dell'immigrazione clandestina.
La parte dedicata all'intelligence di altri Paesi è in questo numero riservata al
sistema di intelligence in Ucraina. Già parte dell'Unione Sovietica, il Paese sta attraversando da un decennio una fase di transizione in cui il ruolo dell'informazione per la sicurezza riveste valore primario.
Abbiamo già citato, quanto alle segnalazioni bibliografiche, il pregevolissimo lavoro di
Giovanni CODOVINI. In questo numero il Lettore potrà inoltre spaziare tra numerosi altri testi e pubblicazioni che toccano tutti i campi di maggiore interesse dell'agenda dell'intelligence. Tra questi, ci piace in particolare segnalare il lavoro di
Silvia B. CUCOVAZ, sul tema della proliferazione, anche in quanto occasione di presentare una Rivista, Nueva Inteligencia, edita dall'Escuela Nacional de la Secretaría de Inteligencia della Repubblica argentina, ricca di contenuti interessanti concernenti i problemi del Paese latino-americano, la politica internazionale, la geopolitica e l'intelligence.
La parte relativa alle
curiosità storiche è dedicata in questo numero al libro La spia sul tetto del mondo, Spy on the roof of the world.
Sidney WIGNALL, alpinista di nazionalità inglese e membro della Royal Geographical Society, racconta come un viaggio in Tibet nel 1955, per conquistare la vetta del Gurla Mandata, si trasformò in un'operazione di intelligence destinata a fornire preziose informazioni ad una parte dell'establishment indiano circa l'espansionismo cinese nella regione del Dalai Lama. La questione tibetana, del resto, rimane un tema in qualche modo significativo nello scenario dei rapporti internazionali. Muovendo dal lavoro di WIGNALL e per fornire maggiori informazioni ai nostri Lettori, abbiamo pensato utile pubblicare anche, in Parte Seconda, un recente
white paper del Governo della Repubblica popolare cinese sulla Modernizzazione del Tibet, a fronte di un
Report del Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia, nel quale vengono sollevate numerose questioni, come quella della libertà religiosa, snodi fondamentali della problematica della regione himalayana.